LA CASA EDITRICE

La Editrice Carabba ha un percorso che attraversa tre secoli, iniziato nel 1878. In questo lungo periodo ha vissuto le vicende italiane dai governi liberali al fascismo alle due guerre mondiali. Ha sofferto una crisi finanziaria nonché gravi danni ai propri stabilimenti provocati dagli eventi bellici; è risorta a nuova vita e prosegue la sua avventura.

Nel 1878 Rocco Carabba, dotato di uno spiccato intuito e di una grande attitudine manageriale, incomincia a dedicarsi all’editoria e, nell’arco di un quarto di secolo, si colloca ai vertici di quella nazionale.
Il salto di qualità nasce dall’incontro con Gabriele d’Annunzio, il cui esordio letterario con l’opera Primo vere riscuote un successo senza precedenti, favorito anche da un’accorta campagna pubblicitaria.

Nel periodo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del nuovo secolo Carabba rafforza la sua presenza in ambito soprattutto regionale, in previsione di quello che sarà il lancio definitivo in ambito nazionale, cosa che si concretizzerà nel 1908.

Con la raccolta di versi Papaveri si consolida il rapporto con Scarfoglio, che rappresentava un importante anello di congiunzione con la stampa. Sempre tramite Scarfoglio, Carabba conosce Salvatore Di Giacomo di cui curerà l’intera opera e a cui affiderà la direzione della sua prima raccolta organica: “I Santi nella vita e nell’arte”. Il primo volume della collana sarà San Gennaro, ad opera di Matilde Serao.

È di quegli anni anche la prima edizione del Vocabolario dell’uso abruzzese del medico-demologo Gennaro Finamore.
A inizio secolo un giovane Pirandello giunse a Lanciano quale insegnante e, apprezzando la qualità dell’editore lancianese, gli affidò L’umorismo.

Intanto, sotto l’influenza del positivismo, si sviluppavano studi linguistici, demo-antropologici e studi storici e archeologici. Questo fervore culturale veniva convogliato in opere di saggistica e in fogli culturali di vario genere come la ponderosa Bibliografia Storica degli Abruzzi e il Chronicon Casauriense di Giovanni Pansa.
È in questo periodo che viene avviata anche la produzione di testi scolastici, che rappresenterà uno dei momenti più importanti dell’evoluzione dell’editore lancianese.

Nel 1909 nasce la “Cultura dell’anima”, collana che fa decollare Carabba in campo nazionale, grazie all’incontro con Giovanni Papini, già famoso scrittore, dal carattere alquanto vivace ed eclettico nelle sue manifestazioni, che, insieme a Prezzolini, Slataper, Amendola, Soffici e altri, dà vita a un gruppo di giovani che a Firenze vuole inserirsi nel cuore pulsante della cultura europea in modo autonomo e originale, senza subire l’influenza delle scuole filosofiche e dell’establishment accademico.

Papini vede nel libro il veicolo più idoneo a diffondere le idee sue e dei suoi amici e trova in Carabba l’editore ideale a condividere il suo progetto. Carabba, da parte sua, con lo spirito imprenditoriale che lo contraddistingue, comprende subito l’importanza dell’iniziativa. “La Cultura dell’anima”, infatti, si rivela una miniera ricchissima di ogni espressione del sapere, libera da ogni vincolo ideologico. Il successo è enorme e porta la Casa Editrice ai vertici dell’editoria nazionale.

Oltre alla “Cultura dell’anima” la produzione si condensa in una serie di collane affidate alla direzione di personalità di spicco quali Papini, Borgese, Rabizzani, Alvaro, Falqui, Vittorini, Moravia, Cardarelli.
L’impegno dell’Editrice Carabba è costante e teso a migliorare sempre la produzione che si presenta in una veste accurata ed esteticamente ricercata anche per la scelta delle immagini realizzate dai più qualificati illustratori dell’epoca.

Va comunque rimarcato come le opere Carabba non sono riservate a una élite ma a un pubblico vasto e di diversa formazione. Tutti i libri sono posti sul mercato a prezzi modici, proprio per consentirne la più ampia diffusione, avviando così un processo di vera e propria democratizzazione della cultura.

Prendono così vita nuove collane: “Scrittori Nostri”, sempre diretta da Papini che, nei suoi 54 titoli, presenta opere teatrali, saggi d’arte e letterari, quali Lettere di Michelangelo e le poesie dello stesso, il Saggio sul Petrarca e il Discorso sulla Divina Commedia entrambi di Ugo Foscolo, Il trattato sulla pittura di Leon Battista Alberti.

“Classici Antichi e Moderni”, diretta da Borgese che, con i suoi 74 titoli, presenta prose e romanzi di autori italiani, russi, tedeschi e spagnoli, tra cui il saggio sul Mefistofele di Goethe, Le tre sorelle e il Gabbiano di Cechov.

“L’Italia negli Scrittori Stranieri”, diretta da Rabizzani, in cui compaiono Il Viaggio in Italia di Chateaubriand, Impressioni d’Italia di Dickens e Lettere dall’Italia di Sharp.

“Novellieri Italiani e Stranieri”, con scritti di Corrado Alvaro, Falqui, Vittorini, Moravia, Cardarelli, Montale. Di quest’ultimo sarà pubblicata anche la prima edizione di Ossi di seppia.

È impossibile enumerare i tanti autori che hanno pubblicato per i tipi Carabba, ma non si può dimenticare l’opera omnia di Roberto Bracco e le opere del poeta indiano Tagore, premio Nobel per la letteratura.

Dopo la crisi economica che decretò il fallimento della società nel primo dopoguerra, negli anni Ottanta, grazie alla volontà di alcuni intellettuali lancianesi, si ricostituisce la Società Editrice Carabba che opera tuttora. Paolo Mauri, sul quotidiano «la Repubblica», ha scritto: “L’Editrice Carabba ha ripreso la sua attività all’altezza della sua storia e del suo impegno culturale”.

La linea editoriale della Carabba, infatti, è quella di creare libri di catalogo, che durino nel tempo: libri di alto valore scientifico e che non seguano le attuali mode editoriali dettate dal mercato e dalla velocità di consumo. Ci si orienta soprattutto verso produzioni di saggistica storica, letteraria, filosofica, non trascurando la poesia, la narrativa e i libri d’arte. Tali caratteristiche permettono di intrattenere rapporti costanti con varie Università italiane, che affidano alla Carabba opere di alto livello culturale e scientifico.